“Il vino deve suscitare emozioni, è uno strumento per comunicare i colori dell’anima e della vita. Un vino che non è capace di suscitare emozioni è morto, inutile. Produrre un vino con metodi naturali significa consentirgli di esprimere tutti gli aromi ed i profumi della terra e dell’uva da cui proviene”.
(Nicolas Joly)
Alla famiglia Liszt piace prendere tutto nelle proprie mani. Questo è sempre stato così e vale sia per la raccolta delle uve e la loro lavorazione che per tutti i prodotti che producono. Il sostegno dei genitori di Bernhard gioca un ruolo importante. In cantina, invece, si fa un passo indietro e si limitano al minimo gli interventi. Puoi fare affidamento sulle leggi naturali come la fermentazione naturale e la gravità. Proprio come i vini, ognuno dei quali ha un carattere unico.
Tutto scorre, compresi i vini. Questo non significa il flusso del bere, ma lo sviluppo continuo che attraversano. Ogni annata è diversa e ai viticoltori piace cambiare di volta in volta. Ecco perché ogni vino, ancora nella botte o già in bottiglia, non è visto come una creazione finita, ma piuttosto come un’istantanea abbozzata. Tutto l’essenziale è presente, tutto il resto è in divenire.
L’IMMAGINE POTABILE DELLA REGIONE.
Con le eccezionali condizioni geologiche e climatiche lungo i Monti Leitha, Leithaprodersdorf si trova in una posizione fortunata nel vero senso della parola. Perché con il calcare di Leitha e la roccia primaria, i terreni sono simili a quelli delle migliori posizioni nei 19 comuni di Leithaberg. Il legame con questo luogo unico si riflette anche nel logo: i cerchi rappresentano il castello con fossato al centro, che un tempo costruirono i Celti.
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